sabato 28 gennaio 2012

Cagnani scommette: «Gallo all'All Star Game

«Danilo è in uno stato di grazia tale nell'ultimo periodo che sono assolutamente convinto che riuscirà a guadagnarsi un posto per l'All Star Game». Parole di Giuseppe Cagnani, primo allenatore in assoluto di Gallinari e ora diventato un vero e proprio amico di famiglia, spesso suo ospite prima a New York e ora a Denver. Tornato in Italia dopo aver trascorso le feste in Colorado assieme alla stella di Graffignana, Cagnani racconta qualche aneddoto legato anzitutto al rinnovo con i Nuggets a 42 milioni di dollari per i prossimi quattro anni: «Ero convinto che Denver gli riproponesse il rinnovo - racconta il popolare "Pino" - anche se nessuno si aspettava una cifra del genere, segnali di una riconferma si intravedevano fin dalla primavera scorsa, quando coach Karl mi chiese di aiutarlo a far piacere la città a Danilo, per spingerlo a restare». L'amore dell'allenatore che ha sfiorato il titolo Nba con i Seattle Supersonics nel 1996 (un certo Michael Jordan aveva qualche argomentazione a favore dei Chicago Bulls...) nei confronti del Gallo non è certo un mistero ed è evidente il ruolo che ha assunto nella decisione della dirigenza delle "Pepite" nel proporre il nuovo contratto: «Sicuramente Karl ha caldeggiato il rinnovo, vuole fare di lui il leader della squadra e sapeva che c'erano già alcune squadra pronte a fargli un'offerta in estate, nel caso fosse diventato "free agent"». Ma se da un lato i Nuggets le hanno provate tutte pur di convincerlo a restare all'ombra delle Montagne Rocciose per le prossime quattro stagioni, dall'altro anche Gallinari non^si è certamente seduto sugli allori: «È un giocatore fantastico, che fa sempre quello che gli viene chiesto - prosegue Cagnani - Karl gli chiede di non prendersi sempre tiri, ma di far giocare la squadra, mandare i compagni a canestro, cosa che gli riesce in maniera davvero semplice, e di penetrare spesso a canestro». Questo comporta un maggior impatto anche dal punto di vista fisico: «Danilo prende una marea di botte e contatti, che spesso gli valgono i tiri liberi; per questo dopo ogni partita è stanchissimo e, da vero atleta, spesso la sera preferisce stare in casa a riposare e a giocare a carte, piuttosto che uscire a divertirsi». Perfino l'ultimo dell'anno... «Eravamo ad aspettarlo a casa a Denver per il cenone, ma quella sera aveva sbagliato il tiro del pareggio coi Lakers a un secondo dal termine. Quando è arrivato eravamo tutti mogi e in silenzio. Lui ha sorriso e ha detto: "Abbiamo solo perso una partita" e si è rifatto in quella dopo {vìnta 99-90 sempre contro la squadra di Robe Bryant, ndr)». Il clima attorno alla sua squadra insomma è ottimo ed è stato elemento fondamentale per il rinnovo: «Gli piacciono davvero il gruppo, fatto di ragazzi giovani e di talento, la città e l'ambiente, con meno pressioni rispetto a New York; ha capito che a Denver si può divertire». E gettare le basi per puntare all'Ali Star Game: «Secondo me è difficile che possa essere scelto nel quintetto, dati alcuni nomi che lo precedono (basta ricordare Gasol e Nowìtzkì, ndr), ma sono convinto che i coach lo porteranno in panchina». Da "Il Cittadino" del 28 Gennaio 2012.

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