martedì 22 giugno 2010

Nasce il "Gallofansclub": un ponte Lodi-New York


 Sopra il gruppo di soci (con al centro mamma Marilisa) che hanno costituito il "Gallo fans club"
LODI Un fans club'per Danilo" e  non "di Danilo". È questo l'obiettivo principale che si sono prefissati i sette soci fondatori del primo "Gallo fans club" ufficiale dal respiro italoamericano. Domenica sera a Lodi l'autentico promotore del movimento, quel Giuseppe "Pino" Cagnani che è stato il primissimo allenatore di Danilo Gallinari e colui che gli ha visto muovere i primi passi cestistici nel Lodigiano, ha riunito un gruppo formato da una quindicina di veri appassionati del giovane talento di Graffignana, ora in forza ai New York Knicks, per dare formale inizio al fans club con la sottoscrizione dell'atto costitutivo e dello statuto e dare così le mosse in maniera formale all'attività del gruppo. A differenza di altre comitive di supporters che sono state create e anche già sfaldate, il "GalloFansClub" (si scrive così, tutto attaccato) presenta due autentiche novità e motivi di vanto. Innanzitutto è il primo e unico a essere formalmente riconosciuto da "Danny boy" e dalla sua famiglia, come testimoniato domenica dalla presenza di mamma Marilisa, alla quale è stato offerto a sorpresa il ruolo di vicepresidente, incarico che ha accettato con onore. E poi il respiro di questo fans club non sarà esclusivamente locale o nazionale, aprendosi invece a sostenitori di tutte le lingue e nazionalità, con un appoggio fisso anche a New York, nella persona di Gabriele Galletti, amico e collaboratore del "Gallo" nella sua avventura a stelle e strisce con i Knicks. La carica del presidente sarà invece assunta da Cagnani. Il club, che nasce come associazione senza scopo di lucro e che destinerà le proprie entrate esclusivamente alla promozione e allo sviluppo delle proprie attività, avrà anche un collegamento diretto con l'agenzia di immagine e di business di Gallinari, con la quale nella mattinata di oggi si troverà un accordo per l'utilizzo del logo ufficiale del "Gallo". Oltre a sostenere il personaggio pubblico Danilo, scopo dell'associazione è anche quello di promuovere e diffondere il gioco della pallacanestro e anche impegnarsi per organizzare delle vere e proprie "vacanze newyorkesi", per vedere giocare la stella lodigiana in quello che oggi è il suo habitat naturale, ossia il "Madison Square Garden". «Deve essere un gruppo di persone innamorate di Danilo - auspicava domenica mamma Marilisa - e che possano aiutarlo con il loro supporto nella sua difficile avventura americana». «Saluto e ringrazio tutti i presenti - è intervenuto Gallinari in collegamento telefonico -, facendo un grosso in bocca al lupo». A breve verrà inaugurato anche il sito Internet del fans club e tutti gli interessati potranno associarsi con un contributo di 15 euro. Lorenzo Meazza

Articolo e foto tratti da "Il Cittadino" del 22 Giugno 2010, pag. 29

venerdì 18 giugno 2010

mercoledì 16 giugno 2010

T-Mac lancia Gallinari: «Che carattere!»

Cosa può dire di Danilo Gallinari e Mike D'Antoni?
«Il Gallo è uno che lavora duro, che in partita si impegna e che vuole arrivare. E' un buon giocatore e può migliorare tanto. Mi piace il suo spirito di sacrificio. Con coach D'Antoni mi sono trovato bene. Il suo sistema offensivo è molto interessante.
Purtroppo non l'ho conosciuto al di fuori del campo ma mi sembra una persona in gamba».

Estratto da Corriere dello Sport, Ed. Nazionale pag. 32 del 16 Giugno 2010.

martedì 15 giugno 2010

Il Gallo del Basket .- Intervista su "Millionaire" del 15 giugno 2010.


«Quando ero bambino andavo a vedere gli allenamenti di mio padre e cosi mi sono innamorato del basket. Lui voleva solo che io crescessi in maniera sana. La mattina a scuola, il pomeriggio in palestra a giocare» racconta Danilo a Millionaire.
Come hai iniziato con il basket?
«A cinque anni, il mio primo corso di minibasket a Livorno, dove mio padre stava disputando
l'ultima stagione di serie A. Poi siamo tornati "a casa", in provincia di Lodi.
Giocavo nei paesi limitrofi, e a 16 anni ho esordito nei professionisti. A 18 ero in serie Al, nell'Armani Jeans di Milano. L'anno dopo mi sono candidato per l'Nba, il sogno di tutti i giocatori. E sono stato scelto».
Cosa ha contato per sfondare in Usa?
«La testa, la capacità di affrontare una partita con l'idea di vincerla. Nel basket l'aspetto psicologico conta tantissimo, ti giochi tutto in pochi minuti. Il talento ce l'hai di natura. Ma anche la preparazione atletica conta molto, più in America che in Europa».
Che difficoltà hai incontrato?
«La difficoltà maggiore è stata adattarsi a un gioco e a una mentalità diversa. In Nba si disputano 82 partite, contro le 30 del campionato italiano. Il che significa giocare tre-quattro volte a settimana. Con un ritmo così elevato cambia anche il modo di allenarsi. Le regole delle partite sono diverse, e anche lo schema di gioco, che porta immediatamente al tiro senza troppi passaggi. Tutto deve essere più spettacolare. Ma l'America mi ha dato più di quello che mi ha tolto».
Perché?
«Giocare al Madison Square Garden è un'emozione incredibile. Ogni partita viene vissuta come uno spettacolo, anche durante gli intervalli. Non solo. Faccio una vita da sogno. Giriamo con un aereo privato che ci permette spostamenti rapidi alla fine di ogni partita, dormiamo in hotel di lusso, andiamo a cena nei locali più belli di New York. Siamo osannati come i divi di Hollywood. Conosco moltissime persone dì culture diverse. Faccio un lavoro che mi piace e mi diverto. Non potrei chiedere niente di più».
Senza contare quello che guadagni...
«Negli Usa gli ingaggi sono molto più trasparenti e anche il mio stipendio è noto a tutti (tre milioni di dollari annui, ndr), ma i più forti guadagnano molto di più. Tracy McGrady, il giocatore più pagato dei Knicks, ha preso 23 milioni di dollari in un anno».
Uno su mille ce la fa...
«Sì, a pochi riesce un'impresa del genere. Ma ogni sogno è accessibile. La mia voglia di vincere e di migliorarmi mi ha portato fino a qui. Amo giocare con i più forti. Mi serve per capire cosa hanno più di me e cosa devo fare per raggiungere quel livello».

domenica 13 giugno 2010

«Gallinari può diventare una stella» Tracy McGrady incorona l'azzurro

Milano IN OCCASIONE del 5 United Tour, organizzato da Adidas, il pubblico di Piazza Castello ha avuto l'occasione di incontrare la stella del basket Tracy McGrady. Il numero 3 dei New York Knicks ha speso belle parole per il suo compagno di squadra Danilo Gallinari: «E dotato di un talento incredibile. Ha potenziale per essere una superstar, uno di quei giocatori che spostano gli equilibri. Tocca a lui sfruttare ciò che Madre Natura gli ha donato e diventare una stella di prima grandezza». Più tiepido il commento sul suo coach, l'ex Olimpia Mike D'Antoni: «Mi sono allenato troppo poco sotto la sua guida per giudicare». Sarà un'estate caldissima per il mercato NBA, visto che grandi atleti come James, Wade e Bosh saranno svincolati, esattamente come McGrady. L'ex Houston non si sbilancia sul suo futuro: «A metà luglio farò le mie scelte. Voglio prima vedere come si muoveranno questi grandi giocatori. Preferirei giocare in una squadra che lotta per 3 titolo: voglio vincere l'anello». Infine un pronostico secco sulle finali NBA (gara5 in programma stanotte). «Vince Boston in 6 gare». PRESENTE all'evento anche Pietro Aradori, votato migliore Under22 dell'ultimo campionato di Serie A: «Sono pronto a giocare in EuroLega - ha dichiarato la guardia di Biella -. Entro 10 giorni deciderò che casacca vestirò l'anno prossimo». E tutti gli indizi (oltre che le strade) portano a Roma. Luca Guazzoni

Da "Quotidiano Sportivo" del 13 giugno 2010.

sabato 12 giugno 2010

BASKET: Nazionale. Pianigiani:" Gallinari per adesso va dato come perso".

FIRENZE (ITALPRESS) – Il tecnico dell’Italbasket Simone Pianigiani, intervenendo questa mattina (ieri, 11 giugno ndb[nota del blogger])  ai margini della presentazione ufficiale del torneo “Nelson Mandela Forum” che si svolgera’ dal 16 al 18 luglio e al quale partecipano le Nazionali di Italia, Macedonia, Polonia e Bulgaria, ha parlato del momento del basket italiano, partendo dalla finale che lo attende con Siena contro l’Armani Jeans Milano. “Milano e’ stata la piu’ brava fra molte squadre costruite per vincere, superando una rivelazione come Caserta – ha raccontato Pianigiani, coach sia della Montepaschi Siena che della Nazionale – La formazione meneghina si e’ dimostrata convinta, piu’ completa della finale dell’anno scorso, superando le difficolta’, che le hanno permesso di fortificare il gruppo. Ci aspettavamo come Siena una finale non facile, contro una formazione tosta e lunga nelle rotazioni”. I pensieri di Pianigiani pero’ sono rivolti pero’ soprattutto alla Nazionale che, non potra’ contare fin dalle sue prime uscite, su Danilo Gallinari. “Gallinari per adesso va dato come ‘perso’ per la Nazionale – ha spiegato il ct azzurro parlando dell’ala dei New York Knicks – Questa e’ stata la sua volonta’, la sua scelta. Noi la rispettiamo, pur sapendo che Gallinari rimane vicino alla Nazionale, quindi noi lavoreremo, e quando le sue condizioni fisiche miglioreranno, faremo eventualmente altre valutazioni. In questo momento devo pensare a quei giocatori che hanno gia’ dato la loro disponibilita’ alla Nazionale, ed e’ li’ che siamo concentrati per fare squadra e per essere pronti il prima possibile”.

via Italpress 

Basket: Gallinari rinuncia all'azzurro. Meneghin:"Spero nell'anno prossimo".

Dal 16 al 18 luglio, a Firenze, torna il grande basket, con l'Italia impegnata nel Trofeo Mandela contro Macedonia, Polonia e Bulgaria. Il torneo, che servirà alla nazionale italiana come preparazione per le qualificazioni agli Europei in programma ad agosto, è stato presentato nel salone dei Duecento in Palazzo Vecchio, a Firenze, alla presenza del sindaco Matteo Renzi e del suo vice Dario Nardella, del presidente della Fip Dino Meneghin, del coach della nazionale Simone Pianigiani e del team manager Riccardo Pittis. «Sarà un torneo molto importante - ha ammesso Pianigiani - perchè sarà il primo e unico test reale in vista delle qualificazioni agli Europei. Mi auguro che la squadra sarà al completo, e che dopo il ritiro di Bormio potrà esprimersi già con delle regole e con un vissuto comune, contro delle avversarie toste». L'Italia affronterà, al Mandela Forum di Firenze, la Macedonia (il 16 alle 20.30), la Polonia (il 17 alle 20.30) e la Bulgaria (il 18 alle 20.30), e potrà contare sull'apporto degli 'american' Bargnani e Belinelli, mentre l'altro italiano dell'Nba, Gallinari, non ci sarà: «Dobbiamo rispettare la sua scelta - ha aggiunto Pianigiani - vedremo se poi cambierà qualcosa, ma intanto devo pensare ai giocatori che ci hanno già dato la disponibilità». Sulla stessa falsariga Meneghin: «Gallinari è stato molto risoluto nella sua scelta e quindi non contiamo su di lui: se vorrà verrà il prossimo anno, quest'anno no di sicuro». Per quanto riguarda il nuovo corso della nazionale, targato Pianigiani, Meneghin ha ammesso che «la sensazione è quella di un'aria nuova e fresca. Spero che l'arrivo del coach porti entusiasmo in una nazionale che negli ultimi sei anni ha fatto cose pessime».

giovedì 10 giugno 2010

Gallinari al forum con il patron Armani



via..pag. 32 della Gazzetta dello Sport, del 9 giugno 2010, ed. nazionale.

giovedì 3 giugno 2010