venerdì 10 febbraio 2012

Thanks Barack, il tuo complimento vale una vittoria

Gallinari, il presidente Obama ha detto: «Gallinari e Belinelli garantiscono all'Italia un buon nome anche nella Nba». Si aspettava un complimento del genere? «Assolutamente no, è davvero un onore. Da tutti mi sarei potuto attendere una cosa simile tranne che dall'uomo più importante del mondo. Non nascondo che mi fa davvero molto piacere. È una persona che stimo moltissimo. È uno sportivo, uno che ha giocato a basket, forse per questo gli sto simpatico...». Ma vi siete mai incontrati? «Purtroppo ancora no. A Washington ho giocato, ma non sono mai riuscito a visitare la Casa Bianca. Mi piacerebbe moltissimo». Come giudica il mandato di Obama e il suo modo di fare politica? «Quel che da fuori mi colpisce di lui è la sua umanità. È un presidente giovanile, uno che ha saputo far presa anche usando i social network. Insomma è sceso fra la gente e le ha dato un ideale da seguire. Quel "yes we can" del 2008 nessuno lo scorderà mai». Insomma, se fosse americano Io rivoterebbe? «Assolutamente sì. Ha gestito l'America in un momento di crisi economica senza precedenti. Forse quasi peggio di quella del '29. Non mi dimentico che questa estate si è quasi rischiato il default e invece ora l'America si è ripresa e sta facendo di nuovo passi avanti. Ha gestito una patata bollente non da poco e questo è un punto a suo vantaggio». Anche Monti ha ricevuto parole di elogio dal presidente Obama. Lei come vede la situazione politica in Italia? «Stiamo ricevendo elogi da tutti i capi di Stato stranieri, da Merkel a Sarkozy e in ultimo dal numero uno degli Stati Uniti. Credo che siamo sulla strada giusta per uscire da un momento molto delicato e questa positività non può che aiutarci». E lei fra rinnovo contrattuale da 42 milioni e il suo status ormai da stella Mba darà un bel contributo all'America, non crede? «Ovvio, pagherò tante tasse - sorride -. Ma quale stella, ne ho ancora tanta di strada da fare...». Per l'infortunio alla caviglia dovrà dire addio all'Ali Star Game, proprio quest'anno che sembrava un obbiettivo raggiungibile? «È stata la prima cosa che ho pensato, mi spiace moltissimo. Anche perché parlando con i vari coach avevo avuto il sentore che potesse essere la volta buona. Peccato, occasioni del genere non capitano sempre». Da "La Stampa" del 10 Febbraio 2012.

Nessun commento:

Posta un commento