venerdì 22 luglio 2011

Gallinari l'azzurro "Come 4 anni fa"

Qualche anno fa, Carlo Recalcati, allora Ct azzurro oggi in panchina a Varese, ebbe a dirci: «Ci sono i buoni giocatori, che quando un allenatore chiede loro di variare un movimento, un gesto, una posizione, vanno in campo e ci provano. Poi ci sono gli ottimi giocatori, che tornano in campo e ci provano finché non ci riescono. Poi c'è Danilo Gallinari, che va in campo e lo fa. Subito, istantaneamente». Un bel complimento, vero, Danilo? «Ringrazio a posteriori Recalcati, un bel complimento davvero. E' la mia natura: se l'allenatore chiede qualcosa, io la faccio, e cerco di farmi seguire dai compagni. Perché il coach il più delle volte ci azzecca; ma dovesse anche sbagliare (capita rare volte) è fondamentale che in campo si remi tutti nella stessa direzione». In azzurro dopo 4 anni: un'eternità, per chi ha sempre detto di amare la nazionale. .«Sono stati 4 anni di rimpianti: che rabbia non poterci essere, soprattutto nei momenti più difficili». New York ti ha scaricato. Uno choc. <-E' più corretto dire che mi hanno sacrificato per arrivare a Carmelo Anthony. Denver chiedeva in cambio diversi giocatori, fra i quali la mia presenza era imprescindibile, e questo mi ha inorgoglito un po'. Mi è spiaciuto lasciare coach D'Antoni, giocava con papà Vittorio, lo conosco da una vita. Ma niente choc: un prò Nba sa che deve tenere sempre la valigia pronta». Hai fatto i tuoi primi playoff oltreoceano: impressioni? «Sono davvero un'altra cosa, l'intensità è inarrivabile, impossibile da mantenere per le 82 partite della regu-lar season». Prossima fermata: All Star Game. Ti senti arrivato? «Assolutamente no. Devo ancora crescere tanto, sono giovane (l'8 agosto compirà 23 anni, ndr), e poi non ho ancora vinto nulla. La gente si ricorda di chi vince, non di chi fa il secondo posto. Ma lasciamo da parte l'io, qui sudiamo tutti assieme perché l'Italia faccia bella figura in Lituania». Com'è stato il rientro nel gruppo azzurro? «Ottimo, ho trovato un ambiente effervescente, un gruppo molto motivato. Non sarà difficile ritrovare il feeling di quattro anni fa. Con Pianigiani è una nuova conoscenza, va dritto al punto, penso abbia tanto da insegnarmi». Siete piccoli, ti toccherà fare gli straordinari anche a rimbalzo. «Io come tutti gli altri, ma il basket non è solo verticalità, tutti devono far valere le proprie caratteristiche, tipiche o atipiche. Vedrete, il 'Mago' sarà il nostro migliore rimbalzista». Niente proclami, c'è un certo understatement Paura? «Nessuna paura, solo la consapevolezza che ci sono tante squadre forti. Cerchiamo di far bene, poi si vedrà.

Articolo tratto da TuttoSport, Ed. Nazionale, pag.14 del 22 Luglio 2011.

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