venerdì 26 novembre 2010

"Sono i numeri del Gallo a risollevare New York"

NEW YORK .- Nell'abbagliante luce che è tornata a splendere nell'alba newyorkese al di fuori di quel tunnel fatto di sei sconfitte di fila, che sembrava condurre ormai nel profondo degli abissi, c'è più che uno zampino di Danilo Gallinari. La 22enne ala di Graffignana, dopo un inizio un poco stentato dovuto a una squadra nuovissima e non ancora rodata e a un problema al polso che non ha ancora finito di tormentarlo («Ora va sicuramente molto meglio rispetto a qualche giorno fa - dichiara -, ma il fastidio resta e sarò costretto a conviverci per un po'; ne ho sempre una!»), è finalmente sbocciata nelle ultime gare che hanno visto i suoi Knicks tornare alla vittoria (parziale aperto di 3 successi). «Stiamo giocando tutti meglio - commenta dagli States -, stiamo iniziando ad avere una nostra chimica di gruppo e a giocare assieme come una vera squadra». E però servita una potente scossa del "Gallo" per riuscire a svegliare dal torpore il team di Mike D'Antoni: nelle ultime sei gare ha viaggiato sui 23,5 punti di media (16,7 invece il dato statistico considerando tutte le partite disputate), tornando a toccare quota 31 (suo "career high") nella vittoria di sabato notte contro i Los Angeles Clippers, mostrando oltretutto doti da vero leader: «Sto giocando meglio, è vero - ammette Danilo -, ma questo è dovuto esclusivamente alla circostanza che tutta la squadra lo sta facendo e io ne traggo così beneficio». La modestia è sempre stata una sua peculiarità. Le ultime prestazioni, infatti, non fanno che smentire le sue parole e mettono in luce la sua indelebile firma sugli ultimi successi, come lo dimostrano i 17 punti segnati nel quarto quarto contro i Clippers e gli 11 contro i Golden State Warriors: «Quando sei e ti senti un giocatore importante per una squadra è normale prendersi più responsabilità e il carico di gestire i palloni importanti che possono decidere una gara e così ho fatto». Oltre alla solita "mano" dalla lunga distanza (10/16 da tre negli ultimi successi dei Knicks), "Danny boy" sembra aver aggiunto un importantissimo tassello al proprio bagaglio offensivo, la propensione a guadagnarsi viaggi in lunetta, dove tira col 92,5% in stagione (13/13 nella gara contro i "Velieri" e 16/17 inflitto ai Sacramento Kings): «Grazie all'esperienza riesco meglio a riconoscere alcune situazioni di gioco - commenta -per cui mi è più facile subire un fallo e tirare dei liberi, ma spesso dipende anche dalla gara e dal mio modo di attaccare una squadra, per cui può capitare di tirare 15 "free throws" una sera e zero in quella successiva». Al di là dei freddi numeri e anche dell'andamento ancora troppo altalenante di New York, una cosa è certa: l'Eastern Conference dovrà contare un nuovo All Star.

Articolo tratto da "Il Cittadino", pag. 46 del 24 Novembre 2010.

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