martedì 16 aprile 2013

Gallinari: Io, azzurro sul divano

Non sarà certo un mese di aprile da ricordare positivamente per il campionato Nba, costretto a perdere a distanza di pochi giorni due pezzi pregiati come Danilo Gallinari e Kobe Bryant. Una brutta tegola caduta sulle teste di Denver Nuggets e Los Angeles Lakers. Se Kobe è stato fermato dalla rottura di un tendine d'Achille, per Danilo lo stop è dovuto alla rottura del crociato del ginocchio sinistro durante una partita contro i Dallas Mavericks di Dirk Nowitzki, proprio in una penetrazione a canestro contro il gigante tedesco. Per il Gallo si parla di uno stop che potrebbe tenerlo lontano dal parquet dai quattro ai sei mesi. Gallinari, qual è l'esatto quadro clinico del suo ginocchio? «Mi hanno confermato la rottura del crociato del ginocchio sinistro. Adesso sono in attesa di essere operato. Credo che l'intervento avverrà fra una decina di giorni, ma ancora non so dove sarà effettuato». É il suo quarto infortunio di una certa gravità e ben tre sono avvenuti negli States: forse perché la stagione Nba è più lunga e massacrante rispetto al campionato italiano? «Potrebbe essere una delle cause, non penso sia l'unica. Di certo, tra partite e spostamenti, il fisico è sottoposto a uno stress maggiore». Un paio di settimane fa il presidente dell'Assigeco Casalpusterlengo, società nella quale a 16 anni ha mosso i suoi primi passi nel basket, le ha messo a disposizione le strutture del Campus per un'eventuale convalescenza post operatoria in Italia. «Ringrazio tantissimo il presidente Curioni per il suo affetto e per la disponibilità che ha dimostrato nei miei confronti. Però, non sapendo ancora dove mi opererò, è difficile per me adesso dare delle risposte che non dipendono solo da me, ma anche dai medici e dai Denver Nuggets». Questo infortunio difficilmente le consentirà di rispondere alla chiamata in Nazionale in vista degli Europei di settembre in Slovenia. «Già, e mi dispiace molto perché alla maglia azzurra tengo parecchio. Purtroppo mi dovrò accontentare di seguire i miei compagni attraverso televisione e giornali facendo il tifo per loro».  Causa dell'infortunio? Una potrebbe essere la stagione massacrante»  Ai miei tifosi dico: sogno già il lavoro in palestra per tornare ancora più forte» Cosa mi manca di più dell'Italia? Sicuramente la mia famiglia e gli amici» Sta ricevendo tanti attestati di affetto e stima da addetti ai lavori e tifosi. «L'affetto che ho ricevuto è stato incredibile e mi sta aiutando tantissimo in questo delicato periodo di stop forzato». È in America ormai da sei anni. Quanto e cosa le manca dell'Italia? «Senza dubbio la mia famiglia e gli amici». Sarà mai colmabile il gap tecnico e di mentalità che esiste tra il basket americano e quello italiano ed europeo? «Qui c'è una mentalità diversa, così come diversa è l'organizzazione. Però non penso che si possa parlare di gap tecnico, piuttosto parlerei di forte gap dal punto di vista fisico». Quali sono le maggiori differenze che ha riscontrato fra due mondi sportivi così diversi? «In America ci sono degli addetti incredibili che in Europa si fa fatica a trovare. Inoltre la cultura e la mentalità americane fanno sì che l'approccio alla pallacanestro sia molto diverso rispetto a quello italiano ed europeo». Subire un infortunio è sempre un brutto momento per un campione. Il fatto di essere un figlio d'arte (il padre è Vittorio Gallinari, una delle colonne della Milano allenata da Dan Peterson, ndr) aiuta? «No. Mi aiuta il fatto di essere figlio di Vittorio e Marilisa perché loro mi sostengono tanto, specie dal punto di vista psicologico». Se dovessi mandare un messaggio ai tuoi tifosi cosa ti sentiresti di dire? «Direi loro che sono pronto per l'operazione e che non vedo l'ora di mettermi a lavorare in palestra per tornare più forte di prima».

Da "QS" del 16 Aprile 2013.

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