mercoledì 16 marzo 2011

Gallinari: Non chiamatelo gossip boy

L'ultima con la quale l'hanno fatto fidanzare è l'attrice Michelle Trachtenberg, 26 anni, ex di Robbie Williams e una parte di cattiva in Gossip Girl. «Ma è la solita notizia inventata dalla stampa, ci conosciamo appena», dice Danilo Gallinari, 22 anni, maglia numero otto e stella dei New York Knicks sino a qualche giorno fa. quando è stato trasferito ai Denver Nuggets. Figlio d'arte (suo papà Vittorio era un campione dell'Olimpia Milano), alto 208 centimetri, da quando è approdato in America come prima scelta della squadra della Grande Mela, ha imparato subito a dribblare il gossip. Giovane, sportivo, bello - Armani lo ha scelto come testimonial della sua griffe - ricco, single, italiano e, per di più, gentiluomo: un boccone D'Oddo prelibato per le ragazze e per i rotocalchi (il New York Post lo ha inserito nella top ten degli scapoli d'oro). «Quando esco la sera, mi si avvicinano donne di ogni tipo: cerco di essere cortese con tutte, ma ormai ho imparato a riconoscere quelle che hanno il fotografo al seguito. Sto in guardia dai flash in strada come dagli avversari in campo». Al fenomeno della caccia al "Gallo", come è soprannominato, assistiamo di persona in una delle sue ultime passeggiate per New York. Davanti al Dakota Building, in Central Park West, dove uccisero John Lennon e vive ancora Yoko Ono, come ad Harlem, il quartiere nero per eccellenza, o lungo la Quinta Strada, vicino a un chiosco di bagel e hot dog, si ripete la stessa scena: i maschi chiedono autografi, le donne gli rivolgono sguardi appassionati. E ora che il ragazzo è passato a Denver, inizia una nuova avventura (anzi, inizierà, visto che si è rotto un alluce e dovrà stare a riposo 10 giorni).
Come si fa a restare concentrati sulla pallacanestro con tutto il gossip che circola intorno a lei?
«Giochiamo ogni due giorni, volando da una costa all'altra degli Stati Uniti. Il tempo per uscire è poco. Quando tornavo a New York, cercavo solo di riposare: stavo nel mio appartamento e, dal salone, guardavo Central Park e i film in dvd».
Però, quando usciva, incontrava Madonna, Lindsay Lohan e Lady Gagà...
«Può capitarti di parlarci se si siedono al tavolo accanto al tuo al ristorante, o se te le presentano in una galleria d'arte. Del resto, ho 23 anni, non ho una fidanzata fìssa, perciò cerco di godermi la vita. Mi piace anche uscire con i miei amici italiani, quando mi vengono a trovare: facciamo i turisti, anche se mimetizzarmi è un po' complicato, vista la mia stazza».
All'inizio della sua avventura americana è stato accusato di essere raccomandato, poi l'hanno fischiata alle prime gare e si è infortunato alla schiena. Era solo contro tutti...
«Non ho mollato perché credevo e credo nel sogno americano e nelle mie qualità. Quando hai un obiettivo, non devi arrenderti senza aver provato fino in fondo. Certo, il mio allenatore ai Knicks, Mike D'Antoni, conosceva mio padre avendo giocato insieme a Milano, ma a canestro ci vado io e qui nessuno investe milioni di dollari solo per simpatia. Adesso, a Denver, non mi si potrà più dire niente».
L'investimento su di lei è risultato redditizio... Ora a New York, al suo posto, arriva la stella Carmelo Anthony.
«Ho lavorato duramente sui miei difetti, allenandomi al tiro con una precisione maniacale, irrobustendomi in palestra, sacrificandomi durante le vacanze - io che adoro il mare e la Sardegna - per tenermi in forma. Il resto è talento, doti naturali donatemi da mio padre, ma anche da mia madre Marilisa che correva i 200 metri a livello agonistico. Anche contro avversari giganteschi, stratosferici campioni che mi ritrovo contro ogni due giorni, me la sono cavata».
È vero che tra i suoi fan ci sono il regista Spike Lee e l'ex presidente Bill Clinton?
«L'ho visto nella sala vip del Madison Square Garden: mi ha fatto i complimenti. È stato emozionante». »
Immagino che di tornare in Italia non se ne parli proprio, tra successi sportivi e conquiste femminili...
«Quando mi alzo e vedo lo skyline di New York, o scendo in campo e sfido Yao Ming, Kobe Bryant e Carmelo Anthony, i campionissimi di questo sport, non ho nostalgia dell'Italia. Mi mancano la famiglia, gli amici, la cucina, questo sì. Vorrei provare a vivere a Los Angeles, la città più bella che ho visto dopo New York. Denver, invece, è ancora tutta da scoprire».
Punta a Hollywood? Allora la passione per le attrici non è un'invenzione dei giornali...
«No, ma giocare nei Los Angeles Lakers sarebbe il massimo. Certo, a fine carriera, provare la via del cinema non mi dispiacerebbe, sarebbe divertente. Del resto, chi non vorrebbe provare l'ebbrezza di girare un film a Hollywood? Adesso penso alla mia nuova avventura coi Nuggets. Anche se New York mi manca già. Ma in fondo la vita di uno sportivo è così: cambiare e vivere avventure sempre diverse».

Articolo tratto da "Grazia".

Nessun commento:

Posta un commento