mercoledì 23 febbraio 2011

A Denver può diventare un "uomo franchigia" ma perde tanta visibilità

Dopo sette mesi di "rumors" e smentite la "Melo-novela" è arrivata alla conclusione forse più attesa dal mercato dell'Nba e da tanti, un pezzo di stampa compresa, dalle parti di New York. Sicuramente la meno gradita da parte dei tifosi lodigiani e probabilmente dallo stesso Danilo Gallinari che non potrà finire la terza stagione nei Knicks. Dalla "Big Apple " a Denver e 'è un mondo di differenza. Dalla grande città di più di otto milioni di abitanti, la capitale del mondo economico e finanziario, alla "Mile High City", la capitale del Colorado situata nelle pianure a est delle Montagne Rocciose, media provincia americana di quasi seicentomila abitanti, c'è una notevole diversità a livello di visibilità. È comprensibile che Carmelo Anthony volesse tornare a giocare nella città dove è nato e che i Nuggets cercassero di ricavare il massimo possibile dalla maxi "trade"perfezionata ieri per non trovarsi la prossima estate con un pugno di mosche in mano, sul copione della storia tra Cleveland e Le-bron James, quando la 24enne ala newyorkese sarebbe diventata "free agent". In questi scambi ì giocatori nulla possono eccepire, le regole Nba sono chiare: Danilo stava benissimo a New York, città ideale tra l'altro per la sua attività di testimonial di Giorgio Armani, ma non poteva rifiutarsi dì prendere l'aereo privato spedito dai Nuggets al Jfk e trasferirsi nel Colorado dove ci sono un ambiente e un panorama molto differenti, per quanto ameni e suggestivi. Anche questo è un aspetto da valutare in abbinata al fattore tecnico. Per Danilo un trasferimento che lo possa trasformare in un "giocatore franchìgia" sarebbe un passo avanti dal punto dì vista professionale. Diventare un elemento chiave della squadra non può che far risaltare il suo enorme talento. Solo che a Denver viaggia insieme a Raymond Felton, che non ha certo Danilo fra isuoi terminali di passaggio preferiti, e trova Al Harrington, la scorsa stagione compagno di squadra ai Knicks, il quale non annoverava il campione lodigiano alla fine delle proprie linee degli assist. La dirigenza di Denver ha rassicurato Danilo circa impiego e ruolo: capiremo presto come la pensa coach George Karl. Considerando che il passaggio ai Nuggets potrebbe essere transitorio (il mercato chiude domani alle 21 italiane) ci sono due possibilità intriganti per Danilo che si vocifera parte di una immediata nuova "trade" del club del Colorado alla ricerca di "scelte"del draft. Un'opportunità interessante riguarda un eventuale passaggio ai Clippers dove con Baron Davies e il fantasmagorico Blake Gnffìn sarebbe il terzo vertice dì un triangolo mica male anche in prospettiva futura. Los Angeles poi dal punto di vista della visibilità non è certo inferiore a New York. Ci sono anche i Nets nella possibile lista di attesa. Valido di sicuro l'inserimento di Danilo nella franchigia del New Jersey, pronta a trasferirsi a Brooklyn nel 2012: sarebbe un pronto "ritorno a casa ". Il preferito dagli appassionati lodigiani al momento impegnati a capire che rotta seguire per volare a Denver. «Mi dispiace un po' - il commento a caldo di "Danny boy" -: lascio una città speciale per tanti motivi, ma questo fa parte del gioco e va bene così, insomma»

Da "Il Cittadino" del 23 Febbraio 2011

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