«Mi sto allenando da solo, per avvicinarmi a Nowitzki devo lavorare»
LODI Per chi come lui è cresciuto a pane e pallacanestro stare troppo tempo lontano dai campi da gioco è un autentico martirio. E per Danilo Gallinari quando la stagione agonistica è alle porte l'obiettivo è uno solo: continuare ad allenarsi per crescere e migliorare, cercando di entrare nell'Olimpo della pallacanestro, magari sulle orme di Dirk Nowitzki. Il 22enne asso di Graffignana è stato spesso paragonato all'ala tedesca, che la notte scorsa è sceso sul parquet per gara-I della finale Nba tra i suoi Dallas Mavericks e i Miami Heat, ma i passi da compiere per arrivare al suo livello sono ancora molti: «Innanzitutto il gioco di Dallas è molto diverso rispetto al nostro e incentrato nello sfruttare le doti di Dirk, anche nel gioco spalle a canestro - apre Danilo, appena tornato dal tour deh'Nba in Cina e in procinto di celebrare il "Danilo Gallinari Event" sabato a Lodi al circolo Cerri di viale Pavia -. In ogni caso per avvicinarmi ai suoi livelli dovrò lavorare tantissimo, perché Dirk ha doti tecniche comuni a pochissimi». I motori sono già caldi e, nonostante i vari impegni mondani e commerciali, "Danny boy" ha già ripreso ad allenarsi in privato: «Ormai la stagione dei miei Nuggets è terminata da qualche settimana e la voglia di riprendere a giocare è già molta; per questo ho iniziato a fare del lavoro individuale, in attesa che vengano in Italia alcuni allenatori di Denver per potermi assistere». A New York si vedeva un Gallinari esclusivamente tiratore, in Colorado è stato chiamato di più alle penetrazioni; manca però la dimensione del gioco in post vicino a canestro, per sfruttare al meglio i vantaggi in termine di centimetri che il "Gallo" può vantare con molti pari ruolo giocando da ala piccola: «In realtà il sistema di coach Karl non prevede tante "gite" in post basso - spiega Danilo -, ma dovrò comunque lavorarci per ottenere miglioramenti anche in questo aspetto. In generale invece devo imparare a essere più determinante nella fase offensiva e costante per tutti i 48 minuti». Chissà se i livelli di Nowitzki non possano davvero essere eguagliati e se Gallinari potrà portare la sua squadra in finale Nba da protagonista: «Dallas a ovest è stata proprio una sorpresa; da tempo pensavo che alla fine i Miami Heats avrebbero raggiunto la finale, nonostante varie difficoltà, ma i Mavericks proprio non me li aspettavo. Miami sarà in ogni caso la favorita per l'anello». Passando ai play off italiani, lo scenario prospetta una Siena un po' più in difficoltà rispetto al passato, ma un'Olimpia Milano non in grado di approfittarne: «Siena ultimamente ha mostrato qualche passo falso, ma solo perché negli ultimi anni ci aveva abituato troppo bene - analizza il "Gallo" -: è una squadra che ha rinunciato a parecchi giocatori del gruppo storico, ma riuscita ugualmente ad arrivare alla "final four" di Eurolega. Purtroppo Milano ha avuto qualche intoppo inaspettato e Cantù sembra possa imporsi come seconda forza dietro alla Montepaschi». Il primo obiettivo deU'Armani per risollevarsi nella prossima stagione sarebbe coach Ettore Messina, attratto però dalle sirene californiane che lo spingerebbero ai Lakers quale assistente di Mike Brown; dopo lo sbarco dei primi giocatori italiani, l'ex Real Madrid sarebbe il primo allenatore «Devo essere più incisivo in attacco e costante nella partita» Nba proveniente dal "Belpaese": «Sarebbe un'esperienza nuova per lui ed è certamente il momento giusto. L'Nba è un mondo completamente diverso rispetto alla pallacanestro europea, ma un tipo come lui sono convinto che si possa adattare benissimo». Un'avventura nuova l'ha vissuta anche Gallinari nelle scorse settimane, in Cina con la Nba per promuovere la pallacanestro a stelle e strisce: «Sono stato prima a Sozhu e poi a Shangai e abbiamo partecipato a diverse iniziative in mezzo alla gente e a contatto con tifosi e curiosi. È stato molto interessante, adoro viaggiare e vedere delle realtà e dei mondi che ancora non avevo avuto occasione di conoscere». In tema di viaggi, Danilo a settembre sarà in Lituania per partecipare all'Europeo con la Nazionale e chiude soffermandosi su un tema caldo in questo periodo, la convocazione degli oriundi (col ballottaggio Maestranzi-Viggiano e la "pazza idea" del Laker Matt Barnes): «Diciamo che avere tutti i giocatori veramente italiani sarebbe la cosa migliore: significherebbe che il movimento e il settore giovanile sono buoni. Quando si cercano oriundi vuol dire che qualcosa non va». Ma di Danilo Gallinari, cento per cento italiano, ne nasce solo uno ogni parecchio tempo.
Da "Il Cittadino", del 01 Giugno 2011, pag.
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