La grande amarezza deriva semmai dalle circostanze nelle quali è arrivato l'infortunio: Danilo - che ha chiuso la sua quinta annata Nba con 16,2 punti a partita, tirando col 41,8% dal campo, il 37,3% da tre e l'82,2% dalla limetta, oltre a 5,2 rimbalzi, 2,5 assist, 0,9 recuperi e 0,5 stoppate nei 32,5 minuti di media delle 71 gare disputate - lascia infatti i Denver Nuggets nell'apice della stagione, al terzo posto nella Western Conference, vicinissimi a superare il record di franchigia di vittorie in Nba (54) e lanciatissimi verso dei play off che li avrebbero visti da sicuri protagonisti, palcoscenico ideale per la sua consacrazione definitiva oltreoceano. «Spiace molto per il momento in cui è arrivato l'infortunio - prosegue il campione di Codogno, -, era un periodo molto positivo per lui e per la squadra; ma Danilo è ancora giovane ed è un grande: gli ricapiterà sicuramente una situazione del genere». Contrariamente a chi prospettava tempi di recupero fulminei, come i 120 giorni che ci mise Roberto Baggio nel 2002, Boni teme che Gallinari dovrà stare fermo un po' più di tempo: «Bisogna considerare che ha una struttura molto grossa e potente, a cui però unisce elevazione e velocità. Per me ci vorrà un anno per rivederlo così competitivo, anche perché, oltre all'aspetto fisico, non bisogna sottovalutare l'impatto psicologico nel recupero da uno stop cosi lungo». E proprio su questo versante "SuperMario" vuole dare un consiglio al "Gallo": «È inutile recriminare o pensare a cosa avrebbe fatto senza l'infortunio - chiude -; deve pensare al domani e tornerà a giocare ancora prima che se ne accorga».
Da "Il Cittadino" del 10 Aprile 2013.
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