venerdì 10 agosto 2012
Febbre azzurra a Trieste, oasi in controtendenza
Società che spariscono, bilanci sempre più asfittici, polemiche assortite. In questo scenario qualcuno si sorprende se quello che arriva da Trieste è un raggio di sole sul basket italiano? Tremila spettatori paganti al PalaRubini in una sera di inizio agosto per una partita amichevole. D'accordo, di fronte c'erano Italia e Croazia, mica scapoli contro ammogliati, ma è anche vero che gli azzurri torneranno a Trieste a breve per due incontri ufficiali e che l'appeal dei ragazzoni di Repesa non è certo quello dei tempi di Kukoc e Radja...I tremila, insomma, fanno un certo effetto e l'eco da Valmaura è rimbalzata anche a Roma. Aggiungia-mo poi che diversi triestini Ieri sera si sono concessi il bis unendo il dilettevole di una sortita balnear-gastronomica in Istria al retour-match tra gli azzurri e i croati. I settemila spettatori della finale (a Ingresso gratuito) dei play-off tra Acegas e Chieti, insomma, non rappresentano una splendida eccezione. La passione del pubblico triestino vuole riprendersi la sua ribalta nazionale e i sintomi della "febbre" ci sono tutti e inequivocabili. Dalle partite di qualificazione agli Europei del 2 e del 9 settembre giungeranno presumibilmente solo conferme e sarebbe in arrivo anche l'organizzazione del prossimo Ali Stars Game (già assegnato a Trieste nella scorsa edizione e poi dirottato a Pesaro in seguito al crollo del palco che è costato la vita al povero Francesco Pinna). Un patrimonio di entusiasmo che viene ovviamente accolto con favore dal movimento cestistico italiano. Il bollettino è quello che è: città scomparse dalla scena, altre che stanno drasticamente ridimensionando ambizioni e bilanci, giocatori della Nazionale che nei rispettivi club si trovano di fronte a un bivio: chiudere il rapporto e rischiare di restare a spasso oppure subire una robusta sforbiciata al contratto. Neanche a Trieste - e figuriamoci - si naviga nell'oro ma qui almeno c'è un bacino di pubblico appassionato e competente. L'indifferenza non è di casa. Se il momento storico è favorevole per una piazza come Trieste In controtendenza rispetto a troppe altre realtà, tuttavia il consolidamento dipenderà anche (o soprattutto) dal- la prossima stagione dell'Acegas. Un'annata di basso profilo congelerebbe l'entusiasmo degli ultimi mesi. Compatibilmente con un budget che non consente voli pindarici, serve una squadra che abbia grinta e orgoglio, obbligata a diventare il principale punto di riferimento In uno scenario sportivo ulteriormente impoverito dall'eclissi calcistica alabarda-ta. Insomma, una responsabilità mica da ridere per la Pallacanestro Trieste. Ma questa è una partita che vale la pena di giocare.
Da "Il Piccolo" del 10 Agosto 2012.
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